Astri e pianeti, dall’antichità al Rinascimento
Penultimo appuntamento, giovedì 5 settembre, alle ore 21.00, per il programma delle Notti d’Estate al MArRC, con le aperture serali del giovedì e del sabato, dalle 20.00 alle 23.00, con un biglietto speciale di ingresso a soli 3 euro e un ricco calendario di eventi sulla magnifica terrazza nella magica cornice di un paesaggio unico, sul mare dello Stretto e sotto il cielo stellato. La filologa Paola Radici Colace, docente all’Università degli Studi di Messina, presidente onorario e direttore scientifico del Centro Internazionale Scrittori della Calabria, interverrà sul tema: “Astri e pianeti nelle chiese, nei palazzi e nell’immaginario collettivo del Rinascimento”.
Introducono: il direttore del Museo Carmelo Malacrino e la presidente del CIS Calabria Loreley Rosita Borruto.
Se, al tempo d’oggi, il desiderio dell’uomo di anticipare e controllare il futuro si esprime attraverso il ricorso, in particolare, a discipline quali la meteorologia, la climatologia, la sociologia, l’economia politica, nell’antichità tale compito era affidato all’astrologia.
«Gli astrologi, a partire dal III sec. a. C. in poi, nel fertile contesto del sincretismo ellenistico, avevano preso in consegna dai Babilonesi e dai sacerdoti egiziani la materia della previsione astrologica, trasferendola nel mondo greco, prima, e nel mondo romano, dopo. A questa categoria di astrologi “praticanti”, che erano spesso anche scrittori e manualisti, l’uomo antico affidava la il compito di soddisfare la sua fame di conoscere il futuro», afferma Radici Colace.
Le influenze del neo-aristotelismo nel contesto culturale del XIII sec.olo d.C. e l’affermazione della concezione cosmologica tolemaica – spiega la filologa – contribuirono a conferire legittimità e autorevolezza all’astrologia in Europa. In Italia, furono istituite perfino cattedre accademiche di astrologia, a Bologna e Padova. In Spagna, a Toledo e a Salamanca, delle scuole. «Questo contesto culturale – continua – è alla base della “monumentalizzazione” dell’astrologia, con la realizzazione di elementi decorativi nell’architettura religiosa, civile e nobiliare, a tema astrologico e legati al ciclo dei mesi e al calendario stagionale delle attività umane, alla descrizione della mappa celeste, alla rappresentazione dei segni zodiacali, nelle chiese e nei palazzi, declinata in maniera diversa a seconda delle epoche. La raffigurazione dello Zodiaco ha costituito un tema centrale per tutto il Rinascimento».
Nel Portale dello Zodiaco nella Sacra di San Michele (XII secolo d.C.), ad esempio, in una ventina di cicli scultorei e pittorici, viene messo in rapporto il microcosmo umano con il macrocosmo dell’universo, in una concezione del cosmo ben ordinato, in cui lo stesso orologio batte all’unisono, nel grande come nel piccolo, che alimentava una rinnovata fiducia nelle stelle.
Dichiara la presidente Borruto: «In questo operare insieme, del CIS con il MArRC, c’è studio e passione, per un meraviglioso incontro tra culture. Siamo lieti e orgogliosi di collaborare a questo straordinario programma per un solo “grande viaggio” nella cultura e nella storia calabrese attraverso tanti itinerari del sapere, con lo sguardo rivolto al passato, al presente e al futuro. Mito, letteratura, scienza, folclore, musica e tutte le arti sono come i rami di un solo grande albero, che ha le radici nella memoria e le foglie nell’avvenire».