Il teatro ellenistico di Locri è uno tra quelli meglio conservati in Calabria. Tra i reperti provenienti dall’area del teatro vi sono quattro antefisse decorate a testa di sileno pertinenti alla fase più antica del complesso, databile alla fine del IV secolo a.C. Da due stipi votive interrate (bothroi) provengono numerosi ex-voto. Particolare importanza riveste una statuetta di Afrodite Urania che, seduta in trono, poggia i piedi su una tartaruga. Sempre proveniente dall’area del teatro, proviene uno scaldavivande rituale la cui bocca era riccamente decorata da maschere teatrali e cariatidi.
L’assetto urbano di Locri prevedeva isolati suddivisi in lotti assegnati per abitazioni e/o botteghe. Sono esposti oggetti di uso domestico, insieme ad alcuni pinakes con raffigurazione di mobilio. Alle attività artigianali sono da ricondurre i manufatti in terracotta rinvenuti presso il quartiere artigianale definito “Ceramico”.
Livello C
SEZIONE I - Aspetti della vita quotidiana
Poesia, musica e teatro: il caso di Locri
SEZIONE II - Costumi funerari
La necropoli di Metauros e Locri Lucifero
La necropoli di Metauros (Gioia Tauro – RC) ha restituito circa 1500 tombe databili tra il VII e il VI secolo a.C. La pratica funeraria più diffusa era l’incinerazione: le ceneri dei defunti venivano raccolte in grandi contenitori in origine usati per immagazzinare le derrate alimentari. Dal VI secolo a.C. in poi l’incinerazione fu soppiantata dall’inumazione: il defunto era sepolto con contenitori per oli profumati, utilizzati per preparare il corpo durante il rituale funebre. La presenza della sepoltura poteva essere indicata da cippi o segnacoli posti in superficie. Le ceramiche provenienti dalle tombe maschili della necropoli di Lucifero (Locri – RC), destinate al simposio, così come gli strumenti connessi all’attività atletica, sono il riflesso dell’elevato ruolo sociale dell’inumato.
Le sepolture femminili erano ricche di oggetti riconducibili alla sfera della bellezza. Il Museo custodisce una delle più importanti collezioni magnogreche di specchi in bronzo. Altra pregiata testimonianza è quella costituita da un contenitore per profumi con le sembianze di una menade danzante.
SEZIONE III - Lucani e Brettii
Le necropoli di Laos, Castellace e Varapodio
Dalla colonia lucana di Laos (Marcellina – CS) proviene il ricchissimo corredo maschile databile al IV-III secolo a.C.: i pregiati vasi da simposio e l’armatura sono testimonianze dell’elevato rango sociale del defunto.
Databile al IV secolo a.C. è anche la necropoli di Torre Inferrata (Castellace – RC): da qui provengono spiedi, alari e coltelli in piombo, ennesimo sfoggio di un rango sociale elevato. Parallelamente a quello del vino, il consumo della carne era caratteristico dei ceti aristocratici. Sempre da Castellace viene una iscrizione su una lamina in bronzo dedicata a Eracle Reggino, divinità venerata in un santuario nel territorio di Rhegion.
Magnifico capolavoro di età ellenistica è la coppa in vetro con decorazione in lamina d’oro, proveniente dalla necropoli di Varapodio (Oppido Mamertina, RC), che testimonia l’altissimo livello artistico raggiunto dalle botteghe artigianali dell’epoca. Dalla medesima necropoli giunge la splendida coppia di orecchini in oro a testa di antilope.
La “Casa del mosaico” di Taureana
Dalla cosiddetta “Casa del mosaico” (II-I secolo a.C.), situata presso l’antica Taureana (attuale Palmi – RC), provengono sia la parte centrale di un mosaico pavimentale raffigurante una scena di caccia in piccole tessere policrome (opus vermiculatum), sia un letto in bronzo (kline), ricostruito sulla base dei numerosi frammenti. Sempre connesso alla sfera del banchetto è il pregiatissimo corredo di vasellame in argento scoperto a Palmi (RC): con ogni probabilità questo servizio, prodotto tra il 100 e il 70 a.C., apparteneva a una ricca famiglia locale. Sotto una delle coppe è presente l’incisione in cui è riportato il nome della proprietaria.