Il Cielo nella Bibbia
Al tema del sacro, nell’antichità e in età cristiana, è dedicato il programma di eventi al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria nella settimana di vigilia di Natale.
Mercoledì 18 dicembre, in due appuntamenti mattutini – alle ore 11.00 e alle 12.30 – lo staff per la didattica del MArRC accompagnerà i visitatori alla scoperta di alcuni tra “I grandi santuari della Calabria greca”, attraverso il percorso espositivo della collezione permanente.
Anche nella Calabria antica e in Magna Grecia vi erano luoghi di culto, spesso collocati in posizioni distanti dal centro abitato, dove recarsi per invocare le divinità. Tra “le tappe”, anche il santuario di Grotta Caruso (noto come Grotta delle Ninfe), attivo fin dal VI secolo a.C., collegato al tema della sacralità della natura.
La visita guidata è gratuita e libera, senza obbligo di prenotazione.
Nel pomeriggio, alle ore 17.00, in Piazza Paolo Orsi, la professoressa Angela Misiano, responsabile scientifica del Planetarium Pythagoras, nell’ambito di una consolidata sinergia tra i due istituti di cultura reggini, terrà una Conferenza su un argomento di grande suggestione: “Il Cielo nella Bibbia”. La scienziata illustrerà come viene rappresentata, nel testo fondamentale della teologia cristiana, la struttura del cielo, considerato in tutte le culture come la “sede” del divino.
Nella sua relazione, la scienziata ripercorrerà le tracce dell’antica conoscenza astronomica, che riconducono, per lo più, per le origini al mondo mesopotamico ed egiziano.
«Sono molte le citazioni astronomiche e cosmologiche all’interno della Bibbia: comete, congiunzioni planetarie, eclissi di Sole e di Luna, fenomeni strani ed inspiegabili», afferma Misiano. «Rileggerli alla luce delle moderne teorie scientifiche non significa affatto sfidare le Sacre Scritture; anzi, rileggendoli con attenzione, ci si rende conto che la Bibbia, pur non essendo un manuale scientifico, utilizza un linguaggio molto accurato quando vengono menzionati argomenti scientifici. Fu scritta per l’edificazione spirituale dei credenti, non per insegnare loro la fisica o qualche altra scienza della natura – continua la studiosa –. La scienza del tempo viene utilizzata come un rivestimento dotto, per evidenziare il senso ultimo della creazione e il fine della storia: tutto viene da Dio e a lui ritorna».
Interverrà per i saluti il direttore del Museo, Carmelo Malacrino.