Il viaggio dell’eroe e l’appuntamento con la morte, prova e cimento del valore
Tra le attività “in rete” alla scoperta del ricco patrimonio archeologico e culturale museale e calabrese che registrano sempre una emozionata partecipazione, si confermano gli appassionanti appuntamenti al MArRC in collaborazione con il Centro Internazionale Scrittori della Calabria.
Giovedì 21 febbraio 2019, alle ore 17.30, per il Ciclo “Vita, morte e viaggio nella mitologia classica: letteratura, iconografia, musica”, la filologa Paola Radici Colace, docente ordinario all’Università degli Studi di Messina, presidente onorario e direttore del Comitato scientifico del CIS, terrà il terzo incontro, sul tema “Il viaggio dell’eroe e l’appuntamento con la morte, prova e cimento del valore”.
Interverranno: il direttore del MArRC, Carmelo Malacrino, e la presidente del CIS della Calabria, Loreley Rosita Borruto.
Il viaggio è spesso, nella letteratura e nel mito greco, una metafora della vita umana e delle prove dell’esistenza come una navigazione tra i flutti di pericoli e fortune per raggiungere una meta. In questo contesto, un rilievo particolare assume il tema del viaggio di ritorno dell’eroe, come spiega la studiosa. «All’interno del tema del viaggio nell’antichità, con le sue componenti di rischio e di morte, di pericoli e di angosce, l’attenzione è posta al viaggio dell’eroe, la cui partenza è imposta sempre da necessità che ne trascendono la volontà e il cui ritorno è estremante problematico ed incerto», afferma Radici Colace. «Nella letteratura dei nostoi (ritorni), che raccontava il viaggio verso casa degli eroi dalla guerra di Troia, l’Odissea è l’unico poema superstite e testimonia il “ritorno” come pieno di avventure straordinarie, dietro le quali era sempre in agguato la morte».
«Il “viaggio” per antonomasia era riservato all’eroe, era una esperienza individuale, con una missione ben definita – continua la filologa –. La vita era messa continuamente a repentaglio, tra la paura dei pericoli e le prove inimmaginabili di coraggio, nelle quali misurava se stesso, sconfiggendo i mostri della terra e dell’anima, per ottenere impensabili risultati e tornare gloriosamente in patria da vincitore, con quel carico di esperienze che l’avrebbe circondato del rispetto e dell’ammirazione della comunità».