La Calabria fu il cuore pulsante e vitale della Magna Grecia. A partire dall’VIII secolo a. C., popoli provenienti dalla Grecia continentale colonizzarono le coste orientali calabresi, fondando le più antiche poleis di Crotone e Sibari, che poi si espansero in una rete di città che costituirono le colonie della Magna Grecia: Hipponion, Kaulonia, Krimisa, Kroton, Locri Epizefiri, Medma, Methauros, Rhegion, Skylletion, Sibaris, Temesa, Terina.
Di questa illustre storia si trovano numerose testimonianze. L’idea di dare vita a un Museo Nazionale con i materiali portati alla luce nelle campagne di scavo nei principali siti calabresi prese forma concreta attraverso l’impegno dell’archeologo Paolo Orsi per la fusione delle civiche collezioni con quelle statali. Nel 1954, il soprintendente Alfonso De Franciscis aprì il Museo parzialmente al pubblico. Fu inaugurato ufficialmente nel 1959.
Fino all’ampliamento degli anni 1981 e 1982, le collezioni comprendevano una Sezione Preistorica e Protostorica, aperta nel 1962, un ricchissimo nucleo locrese, un’importante sezione numismatica, un Lapidario e una Pinacoteca, inaugurata nel 1969 con la collaborazione del soprintendente Raffaello Causa e dell’architetto Aldo Grillo. Erano esposte selezioni di materiali dalle colonie magno greche del Tirreno e dello Ionio, da Hipponion-Vibo Valentia, Rosarno-Medma, da Reggio, mentre nella Sala dell’Apollo di Cirò si trovavano reperti provenienti da varie località della Calabria.
Risale al 1981 l’allestimento della sezione di archeologia subacquea dedicata ad accogliere le due famose statue bronzee scoperte nel 1972 sul lungomare di Riace, insieme alle altrettanto note “Testa del Filosofo” e cosiddetta “Testa di Basilea” (dalla città svizzera nella quale fu trafugata e rimase illegalmente per quasi trent’anni), recuperata nel mare dello Stretto di Messina a Porticello, presso Villa San Giovanni, nel 1969. Il Museo è stato dotato di una successiva sezione espositiva nel 1982, inaugurata in occasione del Centenario del Museo Civico e del Cinquantenario del Museo Statale, con la quale è stato completato il panorama delle presenze archeologiche relative alle colonie greche in rapporto con le subcolonie sulle sponde tirrenica e ionica dell’odierna regione calabrese.
Le raccolte del vecchio Museo Civico consistono in materiali scelti di provenienza reggina o si riferiscono all’etnologia, all’arte medievale e moderna, ai cimeli del Risorgimento. Di notevole interesse e importanza è la raccolta numismatica, confluita dal Civico nel Monetiere, nonché la Pinacoteca, ricca, tra l’altro, di due tavole di Antonello da Messina.