PAOLO ORSI. Inaugurazione mostra mercoledì 3 luglio, ore 17.30

PAOLO ORSI. Inaugurazione mostra mercoledì 3 luglio, ore 17.30

Il mese di luglio si apre con il principale evento della stagione al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria: l’Inaugurazione della Mostra “Paolo Orsi. Alle origini dell’archeologia tra Calabria e Sicilia”, mercoledì 3 luglio, alle ore 17.30.

L’esposizione, a cura del direttore del MArRC Carmelo Malacrino e Maria Musumeci, già alla direzione del Museo Archeologico Regionale “Paolo Orsi” di Siracusa, sarà visitabile al livello E fino all’8 settembre.

Si tratta della prima a Reggio in omaggio all’illustre archeologo, considerato tra i fondatori della metodologia di ricerca archeologica in età contemporanea e il “padre” dello stesso Museo Archeologico Nazionale, che concepì e propose quale luogo deputato ad accogliere i reperti provenienti dagli scavi in tutto il territorio regionale, per raccontare una sola, eccezionale e affascinante storia di cultura, di arte, di vita.

Orsi è tra le figure più significative dell’archeologia tra Ottocento e Novecento. La sua attività di ricerca e di scavo si svolse principalmente tra Calabria e Sicilia, portando alla luce eccezionali testimonianze delle principali civiltà preistoriche e protostoriche siciliane, all’epoca ancora inesplorate, benché scrigni di preziosi tesori. Studioso accurato, fece chiarezza sulla realtà e le abitudini di vita delle città greche d’Occidente, con il metodo dello scienziato positivista: preciso, dettagliato, rigoroso.

La Mostra inaugura una felice collaborazione con il prestigioso Museo Archeologico “Paolo Orsi” di Siracusa, per presentare al pubblico la vita e le scoperte archeologiche di questa figura affascinante in una straordinaria occasione espositiva per conoscere o riscoprire il patrimonio culturale di due regioni che sono rimaste in stretta relazione, nel corso della storia, condividendo abitudini, tradizioni, esperienze.

Il progetto è co-finanziato dalla Regione Calabria nell’ambito di un programma europeo di valorizzazione del sistema dei Beni Culturali e per la qualificazione e il rafforzamento dell’attuale offerta culturale presente in Calabria annualità 2018.

Oltre 230 reperti saranno esposti in un percorso storico-biografico-tematico articolato attraverso differenti strumenti di comunicazione e apparati didattici, per offrire ai visitatori un unico e straordinario, suggestivo racconto della Calabria e della Sicilia sulle tracce dell’attività di ricerca attraverso lo scavo e l’analisi svolta da Paolo Orsi in più di quarant’anni, annotando appunti e riflessioni sui suoi noti “taccuini”.

I reperti protagonisti nell’esposizione, scelti come testimonial della campagna di comunicazione, sono due capolavori dell’arte greca occidentale, entrambi datati V secolo a.C.: il meraviglioso complesso statutario del Cavaliere di Marafioti, della collezione del MArRC, e la seducente seppur mostruosa Gorgone-Medusa, bene culturale del patrimonio archeologico del Museo siracusano. Le opere, che sono i “fiori all’occhiello” dei due istituti museali organizzatori, accolgono i visitatori all’ingresso alla Mostra, per introdurli al fascino senza tempo di un viaggio straordinario sulle tracce dei reperti rinvenuti da Paolo Orsi nei suoi scavi in Calabria e Sicilia.

Saranno a disposizione dei visitatori: un servizio di audioguide in quattro lingue (italiano, inglese, francese, spagnolo) e una lavagna interattiva, per la ricostruzione storica in una rete di percorsi tematici sulle orme di Paolo Orsi. Il ricco catalogo accoglie i contributi degli specialisti in un indice che ripercorre la linea temporale del piano Mostra, con il corredo iconografico di fotografie originali dell’archivio del MArRC.

«Paolo Orsi è una figura eccezionale. Ha improntato tutta la sua attività appassionata e rigorosa sullo scavo in luoghi spesso impervi e inesplorati, il recupero dei materiali rinvenuti, la salvaguardia del patrimonio culturale e la valorizzazione del territorio», dichiara il direttore del MArRC e co-curatore della Mostra Carmelo Malacrino. «L’archeologo di Rovereto ha contribuito in maniera decisiva alla conoscenza del passato della Calabria, nell’ambito di una visione illuminata della cultura come strumento di riscatto di un territorio e di progresso. Fu proprio Orsi – continua il direttore – a sognare un grande Museo Archeologico Nazionale a Reggio Calabria, capace di unificare in una sola storia le diverse realtà territoriali. Mostrò così una straordinaria capacità di costruzione di una sola identità culturale calabrese, superando i provincialismi».