Viaggio nel mito di Epimeteo e Prometeo, con la filologa Paola Radici Colace
Le festività natalizie sono tempo di doni e un’occasione per riflettere sulla grande ricchezza della vita e dei talenti umani, attraverso il racconto degli antichi.
Giovedì 12 dicembre 2019, alle ore 17.00, l’appuntamento è in Piazza Paolo Orsi, nel meraviglioso scenario natalizio, in compagnia del Centro Internazionale Scrittori della Calabria e della professoressa Paola Radici Colace, docente di Filologia classica all’Università degli Studi di Messina, presidente onorario e direttore del Comitato scientifico del CIS e delle Cattedre di Teatro Antico e Moderno e di Mitologia Antica e Moderna. La conferenza “Il mito di Epimeteo e Prometeo”, con il supporto di video-proiezioni, è organizzata in collaborazione con il Centro Studi sul Mito (CISM) di Ancona e con l’Accademia Siciliana dei Mitici di Palermo, per il terzo incontro del Ciclo “Mito ed ermeneutica in Platone. Dal mito della caverna al mito di Atlantide”.
Interverranno per i saluti: il direttore del MArRC, Carmelo Malacrino, e la presidente del Cis della Calabria, Loreley Rosita Borruto.
La filologa Radici Colace guiderà il pubblico in un affascinante viaggio nel mito dei due fratelli – Epimeteo e Prometeo –, cui si devono all’origine i beni e i mali dell’umanità. Sono gli archetipi dell’essere umano e del suo rapporto con la realtà, con la propria corporeità, con la natura, con la tecnica, con la politica, con la religione, con il futuro, con le donne. Il mito racconta che i due fratelli titani furono incaricati da Zeus di distribuire tra tutti gli esseri viventi le qualità e le doti naturali utili per la sopravvivenza. Epimeteo, però, impulsivo e niente affatto previdente, attribuì tutte le facoltà agli esseri senza ragione e quando toccò il turno degli esseri umani non vi era più nulla da dare. Prometeo, allora, rubò agli dei il fuoco e l’arte e la scienza per gli uomini, e perciò fu condannato all’eterno supplizio. Ragione e sentimento, astuzia e ingenuità, preveggenza e impulsività: sono impersonate nei due fratelli le caratteristiche duali degli esseri umani, per raccontare la storia del mondo.
«La narrazione dello statuto ontologico dell’umanità, che gli dei plasmarono, come le altre stirpi mortali, mescolando terra e fuoco e tutto ciò che si amalgama con questi elementi basilari, è raccontata nel Protagora di Platone attraverso una ristrutturazione profonda del ruolo dei Titani-fratelli Epimeteo e Prometeo», spiega la professoressa Radici Colace. «Queste due figure mitologiche sono entrambe simbolo dell’uomo, due facce della stessa medaglia, di una sola caratteristica tipicamente umana, che è il pensiero. Epimeteo è “colui che pensa dopo (epi-)”, il “ritardato”, mentre Prometeo è “colui che pensa prima (pro-), il “previggente” – continua Colace –. Prometeo, inoltre, rappresenta la caratteristica fondamentale dell’uomo: quella di avere il senso del tempo e di proiettarsi avanti nel tempo pensando, e così superando i limiti angusti della condizione ontologica iniziale dell’uomo».
A conclusione dell’incontro, si svolgerà la cerimonia di donazione al Museo dell’opera pittorica “Il cavaliere e il santo” (cm 180×140) dell’artista Tina Parisi.